Nascita di Teresa de Ahumada.

Avila, «mercoledì, ventotto del mese di marzo del cinquecento quindici, più o meno alle cinque di mattina, nacque Teresa mia figlia; fu il mercoledì quasi all’albeggiare. Il padrino fu Don Vela Nuñez e la madrina Doña Maria de l’Aguila figlia di Francesco Pajares».

Il padre di Santa Teresa appuntò queste poche righe nel suo libretto personale dove annotava le nascite dei figli che furono dodici. Don Alonso si sposò due volte: con donna Catalina del Peso y Henao ebbe due figli, e dieci con donna Beatriz Dávila y de Ahumada. Teresa li presenta nel Libro della Vita così: “Genitori virtuosi e timorati di Dio… Eravamo tre sorelle e nove fratelli. Tutti, grazie alla bontà di Dio, nelle virtù assomigliarono ai genitori”.

Teresa nacque il mercoledì della settimana santa, sotto il pontificato del Papa Leone X e il regno di Ferdinando il Cattolico. A quel tempo il Generale dell’ordine dei Carmelitani era Giovanni Battista Mantovano. Teresa fu battezzata presso la sua parrocchia di San Giovanni il 4 aprile 1515, durante l’ottava di Pasqua. Ancora oggi è possibile visitare il fonte battesimale della chiesa riccamente adornato e onorato perché memoria di un luogo della santa di Avila. Al battesimo è legato un particolare davvero speciale: lo stesso giorno venne inaugurato il monastero dell’Incarnazione, dove la ventenne Teresa entrerà e dove vivrà 20 anni.

Monastero dell’Incarnazione

Julian de Avila, uno dei primi biografi di Teresa, ci ha lasciato preziose notizie di prima mano sulla famiglia: “Suo padre si chiamava Alfonso Sánchez de Cepeda, mi ricordo di averlo visto da giovane. Mai potrei dimenticare la sua presenza e l’autorità della sua persona, e il ricordo è così vivo nella mente come se lo vedessi ora. Ad Avila lo chiamavano il toledano perché era venuto da Toledo. I nonni paterni della santa furono Juan Sánchez de Toledo e Don Luis de Cepeda, cavaliere dell’abito (Ordine) di Santiago nel paese di Tordesillas.

La madre di santa Teresa si chiamava donna Beatriz de Ahumada, originaria di Avila e appartenente alla nobiltà della città. I nonni materni furono Juan Mateo Blazquez de Ahumada e Teresa de las Cuevas. Forse le si diede il nome di Teresa per onorare la nonna e come affettuoso ricordo di donna Beatriz per la mamma. Donna Beatriz era la seconda cugina di donna Catalina del Peso, prima moglie del padre di santa Teresa. Nel matrimonio con donna Beatriz, don Alonso dovette chiedere la dispensa post-factum”.

“La Santa”

Dove si trova oggi la casa natale di santa Teresa?

Ci spiace avvisare che non esiste più la Casa de la Moneda che don Alonso acquistò in vista del matrimonio. Oggi si può visitare la chiesa dove tradizionalmente si venera il luogo della stanza di Teresa.

“La Santa” è il nome del complesso convento-chiesa, costruito nel 1630 nella parte orientale di Avila, dove si trovava la casa natale di S. Teresa. Vi si accede percorrendo la via chiamata el paseo del rastro, entrando da una delle nove porte della muraglia, la porta de Montenegro, oggi rinominata puerta de la Santa.

I Carmelitani Scalzi acquistarono nel 1629 l’antica casa nobiliare di Don Alonso, chiamato la “Casa de la Moneda”. I frati trovarono un edificio molto danneggiato a tal punto da non poterlo restaurare.  Per questo decisero di demolirlo e costruire al suo posto il convento e la chiesa.

Dell’antica casa dove S. Teresa nacque e visse fino ai 20 anni si possono distinguere chiaramente le stanze riservate alla sua famiglia. Attualmente sono due cappelle della chiesa: una dedicata a S. Teresa e l’altra alla Vergine del Carmelo.

La camera dei genitori è divenuta la Cappella della Santa. Entrando, il nostro sguardo si posa sulla bella statua di S. Teresa, opera del celebre scultore castigliano del 1600 Gregorio Fernández. La Santa è inginocchiata con lo sguardo verso il cielo, come a dirci: Guardate chi vi guarda”, o “Fissate gli occhi in Cristo nostro bene”.

S. Teresa di Gregorio Fernandez

Ogni anno, il 15 ottobre, festa di S. Teresa d’Avila,  questa statua viene portata in processione per le vie della città. Come una grande cornice della statua, fu costruito un retablo (composizione marmorea o lignea che ricopre interamente la parete di una cappella o di un abside) in  legno dorato. Nelle nicchie delle pareti della Cappella della Santa si trovano 4 grandi quadri raffiguranti gli Ordini religiosi che nella sua vita ebbero un’importanza fondamentale: i gesuiti, i francescani, i domenicani e i carmelitani, di cui ella è fondatrice.

Di fronte a questa cappella si trova un piccolo cortile, dove si possono vedere due statue raffiguranti S. Teresa e suo fratello Rodrigo da bambini. Lei stessa racconta: “[Con un fratello quasi della mia stessa età] mi mettevo spesso a leggere le vite dei santi (…) Nel vedere il martìro che i santi avevano sofferto per Dio, mi sembrava che comprassero molto a buon mercato la grazia di andare a godere di lui e desideravo ardentemente morire anch’io come loro per godere dei grandi beni che leggevo esservi in cielo. Stando insieme a questo mio fratello, progettavamo di andarcene nella terra dei mori a procurare che ci decapitassero per amore di Dio. Credo che il Signore ci avrebbe dato  il coraggio, in così tenera età, se ne avessimo avuto la possibilità (…)

Di fronte a questa cappella si trova un piccolo cortile, dove si possono vedere due statue raffiguranti S. Teresa e suo fratello Rodrigo da bambini. Lei stessa racconta: “[Con un fratello quasi della mia stessa età] mi mettevo spesso a leggere le vite dei santi (…) Nel vedere il martìro che i santi avevano sofferto per Dio, mi sembrava che comprassero molto a buon mercato la grazia di andare a godere di lui e desideravo ardentemente morire anch’io come loro per godere dei grandi beni che leggevo esservi in cielo. Stando insieme a questo mio fratello, progettavamo di andarcene nella terra dei mori a procurare che ci decapitassero per amore di Dio. Credo che il Signore ci avrebbe dato  il coraggio, in così tenera età, se ne avessimo avuto la possibilità (…)

Medaglia del 3° centenario della canonizzazione: riprende l’episodio della fuga di Teresa e Rodrigo.

Da quando capii che era impossibile (…) decidemmo con mio fratello di fare gli eremiti e nell’orto di casa cercavamo come potevamo, di costruire degli eremi, servendoci di piccole pietre, che poi cadevano a terra; non trovavamo nessun rimedio per il nostro desiderio” (Il libro della Vita, 1,4-5). Su questo episodio S. Teresa non dà altre notizie, ma il suo primo biografo, Francesco de Ribera, che la conobbe, racconta della tentata fuga dei due fratellini sventata dallo zio il quale incontrandoli fuori dalle mura e saputo del loro intento, li ricondusse a casa. Si può immaginare la preoccupazione dei genitori e la severa punizione data soprattutto a Teresa, la “mente” dell’operazione.

Il 4 gennaio 1886 il complesso convento-chiesa è stato dichiarato Monumento Nazionale.

Il 12 marzo 1622 Teresa fu proclamata santa da Papa Gregorio XV insieme a San Filippo Neri, Sant’Isidoro Agricola, Sant’Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio. Come ringraziamento a Dio per questa IV centenario è stato inaugurato lo scorso 12 marzo proprio nella chiesa de La Santa un anno santo teresiano. Il Giubileo Teresiano ha come titolo “Cercare la santità dalla mano di Teresa di Gesù” e terminerà il 15 ottobre 2023. La chiesa de La Santa è stata dichiarata chiesa giubilare.

Il IV Centenario della canonizzazione di Teresa di Gesù è per il Carmelo e per la Chiesa un anno di grazia ed una occasione per ravvivare l’amore al carisma, la conoscenza della dottrina della Santa di Avila e lasciarsi contagiare dai suoi grandi desideri di Dio, di amicizia e di pienezza di vita, cioè di santità.

Anche se non si riesce ad andare a visitare “la Santa”, passare per la porta santa, sicuramente si può partecipare alla ricchezza di quest’anno giubilare teresiano visitando una chiesa carmelitana e pregando. Anche per chi è impossibilitato nell’uscire di casa, l’offerta e la preghiera rende partecipi dei tesori di grazia che la Chiesa vuole condividere con ogni cristiano.

apertura Anno Santo Teresiano