La Bolla “Omnipotens sermo Dei”.

Significato della presenza di santa Teresa nella storia della Chiesa.

L’inizio solenne del documento di Gregorio XV offre la chiave per comprendere il significato della santità di Teresa. Il Figlio, “Onnipotente Parola di Dio… per rimanere tra le sue creature e dovendo passare da questo mondo al Padre… per visitare e assistere con la sua presenza il suo popolo … elesse e scelse per quest’opera i piccoli e gli umili grazie ai colmò la Chiesa Cattolica di grandi ed eccellenti benefici… e ad essi scoprì e rese manifesti i segreti del cielo e i tesori di Dio.

Nella linea di queste scelte dei piccoli e degli umili, lo sguardo del Signore si è posato su Teresa, piccola e umile per rinnovare la fede nella sua presenza e il dono della sua amicizia con gli uomini.

Così “ai nostri tempi e giorni diede e fece grandi cose attraverso una vergine, suscitò e innalzò nella sua Chiesa, come una nuova Debora, Teresa, la quale dopo aver vinto e trionfato sulla sua carne con la perpetua verginità, sul mondo con ammirabile umiltà e su tutte le insidie e i lacci del demonio con grandi ed eccelse virtù… si preparò e fortificò il suo braccio e formò nel suo animo eserciti di valorosi per combattere con audacia, fortezza e valore per la casa di Dio e la sua Legge e per il compimento dei suoi comandamenti con le armi spirituali di tutte le virtù. Perché potesse vincere in un’opera così tanto ardua, grande ed eccellente, il Signore la ricolmò con larghezza e, in sommo grado, dello Spirito di Sapienza, di intelligenza e dei tesori della sua divina grazia perché il suo splendore e la sua purezza, risplendessero come stella nel firmamento nella casa di Dio per tutta l’eternità”.

Gregorio XV quale Pastore pieno di sollecitudine per la sua Chiesa, riconosce Teresa quale “sposa amata di Gesù Cristo, coronata e adornata con il diadema e la corona, con le sue vesti e le sue collane”.

Biografia di Teresa: preghiera e virtù

Della futura santa, il Papa prende in esame “le insigni ed eccellenti virtù e ciò che ha operato Dio in virtù della sua potente intercessione”. Il testo, rifacendosi alle testimonianze di quanti hanno pregato Teresa, riconosce che “Dio manifestò alle creature la sua gloria e i suoi benefici e le sue grazie continuamente e senza termine per mezzo della sua serva”. Qui il significato della canonizzazione: far conoscere alla Chiesa universale l’aiuto che Teresa ha offerto in vita alla Chiesa, in Spagna, e quello che continua a offrire dal cielo con la sua preghiera per la maggiore gloria di Dio. Santa Teresa è esempio di vita cristiana e carmelitana, maestra, guida sicura e potente mediatrice di grazie dal cielo.

Qual’è il fondamento della vita di Teresa.

Il Pontefice si sofferma in modo particolare nel presentare il “fondamento” del “sublime edificio” su cui poggiava “in modo stabile” la vita di Teresa: la confessione della fede, dei Sacramenti della Chiesa, dei dogmi della Religione Cattolica, dell’Eucaristia.

La santa viveva pienamente le virtù teologali. Ella “era illuminata dalla luce della fiaccola della fede”, “aveva posto in Dio tutta la sua viva speranza” e della carità scrive che “tanto risplendeva nel suo cuore come virtù di cherubino di fuoco”.

Oltre alle virtù teologali Teresa ama tutte le virtù e le predica nei suoi scritti: esse sono necessarie affinché il dono dell’amicizia di Cristo diventi vita. Far diventare vita l’amicizia con Cristo significa far piacere a Dio, conformarsi in tutto alla condizione dell’Amico. Una particolare sottolineatura è data alla “grande e meravigliosa umiltà di cuore” con la quale adornava ogni virtù. L’umiltà è per lei il camminare nella Verità alla presenza della stessa Verità (Seste dimore, 10,7).

Nell’ambito della fede della Santa il Papa vuole sottolineare la sorgente e il suo perenne alimento: l’Eucaristia, il mistero della fede. Sono riportati sinteticamente sia la testimonianza di Teresa sulla presenza dell’Amico, sia le testimonianze di chi la frequentò: “Molte volte vedeva chiaramente e in modo distinto con gli occhi dell’intelletto il corpo di Gesù nella sacratissima Eucaristia, e affermava che non aveva nulla da invidiare a coloro che l’avevano visto con gli occhi del corpo”.

Intorno alla celebrazione del mistero centrale della vita cristiana e della Chiesa, Teresa riceve quasi tutte le grazie divine e si formano le sue salde posizioni dottrinali cosi ben espresse in modo illuminante nel Cammino di Perfezione nel commento all’invocazione Dacci oggi il nostro pane quotidiano. L’edificio dell’orazione, centro unificatore del carisma teresiano, ha come pilastro l’Eucaristia: l’Amico che rinnova per l’oggi il dono della sua presenza.

La carità chiave per comprendere le esperienze mistiche.

Subito dopo il Pontefice, nella Bolla, presenta della nuova santa un aspetto rilevante e importante della sua vita: le esperienze mistiche. Queste occupano una buona parte della sua vita; molte volte ebbe questi fenomeni in presenza di altre persone, come nel caso della Trasverberazione. In un tempo di ricerca della straordinarietà, dove i fenomeni mistici erano molto ambiti, questa ricchezza di esperienze poteva accentrare l’interesse distogliendo lo sguardo dal vero dono che rappresenta la santità di Teresa per la Chiesa e per ogni cristiano.

Per collocare la vita mistica di Teresa nella vita della Chiesa e per far comprendere il valore e la ricchezza, il Pontefice presenta il fondamento di queste esperienze mistiche, e cioè, la virtù dell’amore di Dio. La carità è la “principale tra le virtù di Teresa” a tal punto che a giudizio dei suoi confessori -testimoni ai processi di Beatificazione- “risplendette nel suo cuore così tanto che era da ammirare e celebrare non come virtù di donna, ma propria di un cherubino ardente”.

Questa virtù dell’amor di Dio, “il Signore illuminò e aumentò in modo ammirabile con molte visioni e rivelazioni… principalmente quando le diede la sua mano destra e mostrandole il chiodo con il quale era stato ferito e crocifisso il suo corpo santissimo… [e avvenne] con la visione dell’angelo con in mano un dardo di fuoco con il quale le trapassava il cuore”. Così viene affermato il principio importante per comprendere che la vita mistica sorge dalla vita cristiana.

Si tratta di due grazie mistiche chiamate da Teresa Matrimonio spirituale e Grazia del dardo; quest’ultima è passata alla tradizione come Trasverberazione (dal latino che unisce sia “colpo”, “ferita”, sia l’azione di attraversare, in questo caso il cuore). Sono le uniche grazie mistiche nominate nella Bolla e, quindi, svolgono un ruolo di rappresentanza per tutte le esperienze teresiane. La scelta fu quanto mai oculata e solo i profondi conoscitori del carisma teresiano potevano suggerila. Infatti, queste due grazie sono collocate dalla santa nelle ultime due dimore delle sette su cui è strutturato il Castello Interiore. La Trasverberazione è il faro che illumina tutte le seste dimore (ne parla all’inizio e alla fine), mentre il Matrimonio Spirituale è ampiamente trattato nelle settime dimore. Per la santa, la Trasverberazione è tanto importante perché identifica la virtù dell’amore a Dio e del prossimo come Fidanzamento spirituale, come grazia di purificazione dell’amore e preparazione al Matrimonio spirituale. Solo paragonando il numero dei capitoli delle seste dimore con i rispetti delle altre dimore del Castello, balza agli occhi come queste devono avere una importanza notevole se la santa ne scrive ben undici.

L’altra grazia, il Matrimonio Spirituale, è importante perché esprime l’unione piena con Cristo, l’essere conformi pienamente a Cristo nell’amicizia. Per la sua ricchezza, profondità e per gli effetti che genera, il Matrimonio spirituale è per Teresa il vertice della vita cristiana e battesimale, la sua piena realizzazione come grazia e collaborazione per mezzo delle virtù. Il matrimonio spirituale è anche grazia di comprensione dell’intero cammino cristiano dell’amicizia con Dio: motivazione per iniziare l’avventura dell’amicizia e pieno compimento. Teresa guarda il cammino dall’alto della sua vita e, quale guida sapiente, indica il cammino per giungere a godere dei grandi beni presenti nella vita di ogni cristiano.

Troviamo conferma nel numero 2014 del Catechismo della Chiesa Cattolica: “Il progresso spirituale tende all’unione sempre più intima con Cristo. Questa unione si chiama « mistica », perché partecipa al mistero di Cristo mediante i sacramenti – « i santi misteri » – e, in lui, al mistero della Santissima Trinità. Dio chiama tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto ad alcuni sono concesse grazie speciali o segni straordinari di questa vita mistica, allo scopo di rendere manifesto il dono gratuito fatto a tutti”.

Valore della bolla

Nella “Omnipotens sermo Dei”, Papa Gregorio ha così fissato un norma interpretativa delle esperienze mistiche, ma ha anche svelato il segreto di quanto accade nell’esercizio della carità verso Dio e il prossimo a cui tutti son chiamati in virtù del Battesimo: una vita che si alimenta alla sorgente dei sacramenti e in modo particolare nell’Eucaristia.

La virtù dell’amore al prossimo in Teresa si arricchisce con l’intercessione post-mortem verso coloro che a lei si raccomandano: “Dio operava per sua intercessione infiniti benefici e miracoli, i quali si propagavano insieme alla sua venerazione sempre più crescente”.

Particolari grazie di guarigione ricevono coloro che fanno visita alla cella dove morì, così pure il contatto con ciò che usava la santa. Sinteticamente si legge nel documento che “Dio manifestò alle creature la sua gloria e i benefici e le grazie elargite di continuo e senza fine a color che a lei si raccomandavano ponendola come mediatrice”.

Solenne proclamazione della santità di Teresa.

Così dopo aver presentato la caratura e l’eccellenza della Beata Teresa di Gesù, Gregorio XV proclama solennemente: “Ad onore della santa e unica Trinità… e l’autorità di Dio Padre Onnipotente e del Figlio e dello Spirito Santo… determiniamo, giudichiamo e definiamo che la Beata Vergine Teresa… è santa, gloriosa e degna di essere lodata.

Tutti i fedeli di Cristo la devono riverire, venerare e ritenere veramente santa e così comandiamo e vogliamo sia tenuta e ossequiata. Allo stesso tempo, comandiamo che per tutta la chiesa cattolica di Dio, in onore suo si costruiscano templi, cappelle, altari nei quali si offrano sacrifici a Dio; e che ogni anno il 5 di ottobre, giorno in cui fu portata alla gioia della gloria di Dio -meritata per i suoi patimenti, virtù ed eccellenze- si reciti il suo ufficio di una santa Vergine”.

A conclusione della Bolla alcune righe di particolare fermezza come avvertimento a chiunque volesse andare contro la solenne proclamazione dell’autorità papale di incorrere nell’indignazione di Dio Onnipotente e dei Beati Apostoli Pietro e Paolo. In positivo viene riaffermata l’importanza di santa Teresa per la storia della Chiesa, per il Carmelo -di cui il Papa afferma essere la Fondatrice- e per la vita di ogni cristiano.

Conclusione

È molto interessante la Bolla di canonizzazione perché il Papa Gregorio XV suggerisce un metodo, quasi un canone interpretativo e di comprensione del valore dell’inestimabile ricchezza del carisma di Teresa. Il particolare riferimento è alla Trasverberazione, la quale è collegata dal pontefice alla virtù teologale della carità e quindi al dinamismo della vita cristiana. È un arricchimento rispetto alla consueta interpretazione della grazia del dardo quale dono di Dio per chi nella Chiesa riceve il carisma di fondazione. San Giovanni della Croce così interpreta la grazia teresiana nella sua opera Fiamma d’amor viva.

Lo stendardo di santa Teresa nel giorno della canonizzazione raffigurava proprio la grazia della Trasverberazione. Di fatto è l’immagine più conosciuta della santa.

Quanto mai attuali possono essere le parole di Gregorio XV: “Nei nostri giorni Dio ci ha colmato delle sue misericordie… e nelle nostre grandi afflizioni ci favorisce… con i suoi santi perché per loro, per le loro intercessioni, i loro suffragi e le loro suppliche difendono la Chiesa da tutte le insidie”.

p. Fabio Pistillo o.c.d.